Restare nel qui ed ora

La mente tende a rifuggire nel futuro o nel passato. Tutte le persone, abitualmente, tendono a trascorrere gran parte del loro tempo assorbite da un’intensa attività mentale. Il nostro stile di vita e la frenesia della società moderna costituiscono un forte stimolo per questo tipo di attività, durante cui si cerca di valutare, pianificare, costruire idee, opinioni, giudizi sul mondo e su noi stessi. Questa attività mentale può essere utile in alcune circostanze pratiche, ma spesso ci allontana dalla semplice esperienza diretta.

A volte questa tendenza può costituire una vera e propria fonte di sofferenza, quando correlata a problematiche della sfera emotiva (stress, ansia, panico, depressione ecc.). In questi casi, una gran quantità di pensieri negativi deriva dalle autocritiche che il soggetto fa a sé stesso proprio per il fatto di sentirsi ansioso, depresso o a disagio. Ai pensieri negativi principali che alimentano i disagi emotivi, si aggiungono quindi ulteriori pensieri improduttivi secondari rivolti a se stessi. Si genera così una spirale che porta la persona ad essere “nemica” di se stessa, anziché “alleata”.

Risulta quindi evidente che nei pazienti neuro-oncologici, soggetti ad un carico psicologico ed emotivo estremo, questa attività mentale può aumentare lo stress e impedire di affrontare in modo ottimale il proprio percorso terapeutico, riprendendo il contatto con i propri valori.

La possibile risposta a questa tendenza della mente a fuggire nel passato o nel futuro è quella di restare in contatto con l’esperienza presente. Per fare ciò, è necessario spostare il proprio sguardo dalle cose che non si hanno a quelle che invece si hanno, cercando di riconnettersi al presente e in modo non giudicante.