Trattamento

Il Trattamento dei Tumori del Sistema Nervoso

Il trattamento dei Tumori del Sistema Nervoso è gestito da un’equipe di medici con diverse competenze specializzati nel campo della neuro-oncologia. La scelta della terapia più adeguata dipende da diversi fattori tra cui il tipo, la sede e le dimensioni del tumore, anche se il primo elemento a dover essere considerato nel processo decisionale è certamente lo stato di salute del paziente al momento della diagnosi.

Le possibili opzioni terapeutiche sono:

Tali opzioni non devono essere intese come mutualmente esclusive, anzi, molto spesso, per ottenere il miglior risultato possibile si opta per una loro associazione (per esempio, la rimozione chirurgica del tumore seguita da sedute di radioterapia e/o chemioterapia). Dopo il trattamento di un Tumore del Sistema Nervoso può essere necessario un percorso riabilitativo, talvolta cruciale per permettere al paziente il massimo recupero funzionale verso la migliore condizione di salute possibile.

La Chirurgia

La Chirurgica ha come obiettivo la rimozione della neoplasia attraverso un approccio diretto al tumore. Si tratta di un intervento delicato, che viene proposto solo quando è possibile accedere all’area cerebrale occupata dal tumore, valutando attentamente che i potenziali rischi dell’intervento non superino gli attesi benefici. L’operazione si può eseguire in anestesia generale o con paziente sveglio (awake surgery), situazione quest’ultima che si rende particolarmente utile quando sono coinvolte aree cerebrali responsabili della produzione verbale e/o del movimento, definite “aree eloquenti” (Figura 1). L’approccio chirurgico può anche essere subtotale, parziale o limitarsi al prelievo di una piccola parte del tumore (biopsia), in modo tale da consentire l’analisi istologica della lesione. Solo attraverso l’analisi di un campione di tessuto è possibile conoscere istotipo e caratteristiche molecolari della neoplasia, caratteristiche necessarie per impostare le terapie complementari e definire la prognosi del paziente.

Figura 1
Approccio chirurgico al tumore con paziente sveglio. Dopo l’esecuzione della RMN encefalo e l’identificazione della neoplasia (a), il paziente viene sottoposto ad una stimolazione cerebrale diretta che consente di identificare delle aree critiche che vengono contrassegnate con dei numeri (b). Dopo la rimozione del tumore (c) viene effettuata una RMN di controllo per confermare l’asportazione radicale della neoplasia (d).

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La Radioterapia

La Radioterapia consiste nel sottoporre il paziente a diversi cicli di radiazioni ionizzanti, particelle con alta carica energetica in grado di distruggere le cellule del tumore. La procedura può essere eseguita sia tramite una sorgente di radiazioni esterna, che agisce su un’area estesa, sia tramite una sorgente interna, collocata nelle immediate vicinanze della zona affetta dal tumore (detta brachiterapia), anche se questa metodica trova poche applicazioni in ambito neuro-oncologico.

La Radiochirurgia

La Radiochirurgia permette di somministrare alte dosi di radiazioni con estrema precisione su un bersaglio all’interno del cranio, come un nervo o una specifica area dell’encefalo occupata da un tumore, preservando il tessuto nervoso perilesionale. Attualmente sono disponibili diverse metodiche con specifiche peculiarità, come la gammaknife o la cyberknife, ma non tutti i tipi di Tumori del Sistema Nervoso possono essere trattati con questa tecnica.

La Chemioterapia

La Chemioterapia consiste nella somministrazione di alcuni specifici farmaci che sono in grado di colpire le cellule tumorali. La diagnosi istologica è di fondamentale importanza per confermare l’indicazione al trattamento farmacologico. Nel caso dei Tumori del Sistema Nervoso occorre impiegare farmaci che siano in grado di superare le fisiologiche “barriere” naturali del cervello (berriera emato-encefalica). A tal proposito la ricerca di base sta sviluppando nuove metodiche per veicolare in modo più efficace i farmaci nel Sistema Nervoso superando i limiti dovuti alla presenza della barriera emato-encefalica.

Approccio “conservativo”

Sulla base delle caratteristiche radiologiche della lesione (possibile origine non neoplastica, piccole dimensioni, sede profonda) e dello stato clinico del paziente in rari casi è possibile proporre un approccio “conservativo”, che consiste in controlli radiologici seriati senza intervenire in prima battuta sul tumore. Questa strategia è riservata a casi limitati, in cui è possibile osservare il comportamento della lesione per giungere ad una diagnosi, senza ovviamente inficiare l’esito di un eventuale successivo trattamento.