Epilessia tumorale

I tumori cerebrali sono una delle possibili cause di epilessia. Le crisi epilettiche possono essere il primo sintomo d’esordio del tumore (quindi portare alla diagnosi) e/o presentarsi nel corso della malattia. La propensione di un tumore a generare crisi epilettiche non è direttamente correlata all’aggressività biologica della malattia: anzi, sono spesso forme tumorali indolenti e lente nella crescita a causare forme di epilessia particolarmente resistenti alla terapia.

I tumori cerebrali primitivi che sono maggiormente associati all’epilessia sono:

– Tumori glioneuronali

– Astrocitomi e oligodendrogliomi

– Glioblastoma

– Meningiomi

– Linfoma cerebrale primitivo

Tra le metastasi cerebrali, quelle che maggiormente danno crisi epilettiche sono quelle da melanoma, da carcinoma renale e da carcinoma ovarico.

Poiché l’epilessia tumorale è conseguenza diretta della presenza di una massa cerebrale che irrita il tessuto sano, è intuitivo che la più efficace terapia antiepilettica consista in primis nel trattamento del tumore stesso. Oltre alla chirurgia, i farmaci antiepilettici rappresentano ovviamente una risorsa fondamentale nel trattamento dell’epilessia tumorale. Il trattamento con AEDs (anti-epileptic drugs) deve essere iniziato soltanto nei casi in cui siano state accertate delle crisi epilettiche tumorali, non come profilassi. La scelta dell’AED può interessare molti farmaci, di cui i principali sono levetiracetam, lacosamide, acido valproico, oxcarbazepina. È assolutamente sconsigliato interrompere bruscamente la terapia con AED, per l’elevata probabilità di un evento critico.

La scelta di interrompere la terapia con AEDs può essere considerata unicamente in pazienti liberi da crisi epilettiche da molto tempo, in assenza di segni di chiara persistenza/recidiva tumorale e con bassa probabilità di recidiva critica, stabilita dopo attento colloquio con il neuro-oncologo/neurologo curante.