Aspetti neuropsicologici

I pazienti che si trovano a dover affrontare una patologia complessa come il cancro spesso sperimentano vissuti di insicurezza, angoscia e paura legati alla malattia e al venir meno di quell’equilibrio che, prima della diagnosi, caratterizzava la loro vita.

La diagnosi di tumore cerebrale, il più delle volte, coglie impreparato il paziente, sconvolgendone il progetto esistenziale; l’eventuale compresenza di difficoltà cognitivo-comportamentali, inoltre, non fa che aggravare una situazione già delicata.

Le implicazioni psicologiche nel paziente neuroncologico sono notevoli e riguardano tutto il decorso della malattia, dalla comparsa dei primi sintomi, alla diagnosi, alle terapie. La patologia tumorale, inoltre, per i suoi aspetti di gravità e cronicità, può avere un effetto devastante sulla vita del paziente e dei suoi familiari. La problematica della patologia neuroncologica, infatti, non coinvolge solamente la persona malata, ma tutta la sua famiglia; in particolare, il familiare che si occupa prevalentemente della cura, definito care-giver, è stato identificato come la “vittima nascosta” della malattia.

Il ruolo del care-giver talvolta non si esaurisce nell’esclusiva assistenza fisica, ma si estende alla presa in carico della dimensione psichica, affettiva e sociale del malato. Tale carico assistenziale si ripercuote, a sua volta, su molteplici aspetti della vita del familiare, con la possibile comparsa di comportamenti disfunzionali che si manifestano principalmente con disturbi del sonno, dell’attenzione, difficoltà mnesiche, facile irritabilità, sbalzi d’umore, agitazione e una maggiore facilità ad ammalarsi. Il care-giver subisce la fatica e, più in generale, la riduzione della qualità di vita.