Ombre Svelate presenta nella Rubrica dedicata allo Sport ed alla Salute una breve riflessione sul possibile ruolo dei traumi ripetuti nello sviluppo di alcune patologie neurodegenerative.

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una grave malattia neurodegenerativa che colpisce i neuroni deputati al controllo dei nostri muscoli; determina una progressiva e totale dipendenza ed è gravata da prognosi infausta. Ad oggi esiste una sola terapia farmacologica in grado di rallentare, purtroppo limitatamente, il decorso della malattia.

La maggior parte delle SLA non ha una causa definita, nonostante siano state fatte diverse ipotesi, tra cui la correlazione con attività fisica intensa e traumatica, così come l’esposizione a pesticidi/erbicidi; tale ipotesi è nata a seguito di studi che hanno evidenziato una maggior incidenza di malattia in diverse categorie di sportivi, tra cui giocatori di football e calciatori. Un calciatore sarebbe esposto a diversi fattori di rischio: esposizione ai pesticidi dell’erba del campo sportivo, traumi ripetuti, possibile utilizzo di sostanze illecite, attività sportiva intensa e prolungata. Tutti ricordiamo tristemente il caso di Stefano Borgonovo, attaccante di Milan, Fiorentina e Brescia, ammalatosi di SLA e deceduto a causa della stessa dopo circa cinque anni dalla diagnosi.

Gli studi scientifici hanno effettivamente mostrato una correlazione, se pur modesta, tra traumi e sviluppo di SLA; in una recente analisi pubblicata nel Gennaio 2021, che ha raccolto e indagato una serie di controlli effettuati su ex sportivi, risulta infatti che eventi traumatici ripetuti a carico di cranio, tronco ed arti inferiori siano associati ad un maggior rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Sono stati invece “scagionati” i traumi agli arti superiori ed alla colonna vertebrale.

Capire il perché i traumi cranici possano portare ad un maggior rischio di sviluppare malattie neurodegenerative potrebbe apparire semplice, ma in realtà non è stato ancora chiarito; alcuni ricercatori hanno ipotizzato meccanismi infiammatori innescati dal trauma, mentre altri autori hanno indicato come “colpevoli” le cellule di sostegno presenti nel nostro cervello.

Lo sport rappresenta comunque un elemento cardine della nostra società e queste evidenze devono essere usate esclusivamente in termini preventivi, per esempio nell’indicare il corretto utilizzo di adeguate protezioni, e non per allontanare le persone dall’attività fisica intensa.

La SLA rimane tutt’oggi una malattia che presenta diverse cause indipendenti dall’esposizione a traumi ripetuti. La presenza di una possibile correlazione con gli eventi traumatici non deve indurre a pensare che questa sia sufficiente a determinare lo sviluppo della patologia o che la SLA non possa svilupparsi in soggetti che non praticano sport ad alti livelli.

Occorre sempre ricordare che il benessere psico-fisico dato dalla pratica regolare di qualsiasi attività fisica supera di gran lunga il rischio di generare possibili conseguenze negative sul nostro organismo… quindi… buon allenamento!

 

Per approfondimenti sul tema si consiglia:

Trauma and amyotrophic lateral sclerosis: a systematic review and meta-analysis (2021).
Head Injury and Amyotrophic Lateral Sclerosis: A Meta-Analysis (2021).
ALS in Italian professional soccer players: the risk is still present and could be soccer-specific (2009).

Ombre Svelate ringrazia il Dr Marco Gelmini, fisioterapista e laureando in Medicina e Chirurgia, per il contributo e ribadisce l’importanza dello Sport per il benessere psico-fisico dell’individuo.

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