La biopsia

La biopsia cerebrale è una opzione diagnostica per i pazienti che non possono essere sottoposti ad intervento chirurgico per condizioni cliniche generali scadenti o per l’elevato rischio di deficit post-operatori quando il glioma si localizza in aree cerebrali critiche (gangli della base, tronco cerebrale, aree cerebrali eloquenti).

Sebbene sia molto meno invasivo di una procedura chirurgica resettiva a cielo aperto, la biopsia cerebrale risulta essere un intervento chirurgico a tutti gli effetti e si svolge generalmente in anestesia generale.

L’obiettivo di tale procedura è di prelevare uno o più frammenti di tessuto cerebrale da sottoporre a un esame microscopico al fine di formulare una diagnosi istologica accurata per poi indirizzare le terapie più appropriate.

L’esame è guidato da immagini ottenute con la risonanza magnetica (RM) nel corso della stessa procedura e viene definito “stereotassico” in quanto basato su un’elaborazione tridimensionale del punto identificato come target del prelievo (biopsia cerebrale stereotassica).

Tra i rischi della biopsia, si annovera la possibilità di non riuscire ad ottenere materiale bioptico sufficiente o adeguato a porre diagnosi di glioma (circa 1-3% dei casi). Inoltre, è possibile ottenere una sottostima dell’aggressività della lesione, con conseguente ritardo nell’inizio delle terapie adiuvanti. Ciò può essere spiegato dalla vasta eterogeneità intra-tumorale dei gliomi, che possono presentare foci con caratteristiche biologiche più aggressive nella porzione più interna (il core) del tumore.