Uso di marcatori fluorescenti

Per ottimizzare l’asportazione dei gliomi maligni il chirurgo si può avvalere di sostanze (fluorofori) che, una volta somministrate al paziente, vengono captate dalle cellule gliali maligne. Tali cellule risultano facilmente riconoscibili durante l’intervento chirurgico attraverso l’utilizzo di un semplice filtro applicato alla luce diretta del microscopio.

Il tracciante presenta un’intensa fluorescenza rosa che demarca chiaramente il tessuto tumorale dal parenchima cerebrale sano. Attraverso tale metodica è possibile massimalizzare l’estensione della resezione chirurgica riducendo il rischio di residuo neoplastico. Tale condizione comporta un significativo vantaggio in termini di controllo di malattia e sopravvivenza dei pazienti ed al momento risulta il fattore più rilevante nel determinare la prognosi di malattia.

L’unico marcatore cellulare specifico per le cellule di glioma è l’acido 5-aminolevulinico (5ALA). Non esistono al momento altri marcatori specifici per le cellule di glioma.

In neurochirurgia possono essere impiegati altri marcatori come il verde indocianina (ICG) o la fluoresceina, ma le applicazioni risultano differenti. L’ICG è un marcatore ematico che fornisce una visione della vascolarizzazione cerebrale e viene generalmente impiegato durante l’angiografia intraoperatoria. La fluoresceina, invece, si accumula nei tessuti in cui la barriera emato-encefalica risulta danneggiata; per tale motivo può evidenziarsi in prossimità del tessuto neoplastico (interstizio), ma senza determinare un accumuolo specifico e selettivo nelle cellule neoplastiche.

Approfondimenti

La fluorescenza indotta dall’acido 5-aminolevulinico (5-ALA) permette la distinzione intraoperatoria del confine tra tessuto sano e tumorale in prossimità delle zone di infiltrazione, guidando quindi nella rimozione della malattia e garantendo una migliore valutazione dei margini di resezione. Il massimo della fluorescenza è ottenibile dopo circa 6-8 ore dalla somministrazione. Per tale motivo, considerando anche i tempi necessari alla anestesia e all’approccio chirurgico, è necessario che il paziente assuma il farmaco per via orale circa 4 ore prima dell’intervento chirurgico. Tuttavia vanno attuate alcune precauzioni per evitare possibili reazioni di fotosensibilità: il paziente non deve essere esposto a luci intense dopo aver assunto il farmaco e deve evitare la assunzione di altri farmaci potenzialmente fototossici, come ad esempio alcuni antibiotici (consulta il capitolo sulla fluorescenza nella monografia Aspetti Neuropsicologici in Neuro-Oncologia).