Ombre Svelate promuove e sostiene i giovani che intendono dedicare la loro vita professionale alla ricerca in ambito neuro-oncologico ed al supporto al paziente ed alle famiglie. Dal loro successo deriva lo sviluppo di conoscenze e competenze che aiuteranno a sconfiggere le malattie che colpiscono il cervello.
Iniziamo il nostro percorso da Andreoli Giovanni, giovane studente che ha già dimostrato grande passione ed interesse per ciò che riguarda la neuro-oncologia in ambito chirurgico. Ed ora… diamo spazio al nostro Protagonista!
Gentili lettori,
come avrete capito dal titolo mi chiamo Giovanni… e vorrei provare in poche parole a raccontarvi le motivazioni che stanno sostenendo il mio percorso di studi.
Sono uno studente al quinto anno di medicina [c/o l’Università degli Studi di Brescia, n.d.r.] attualmente molto interessato all’ambito neurochirurgico-anatomo patologico. Ombre Svelate mi ha posto una domanda che all’inizio mi è sembrata apparentemente banale, ma che in realtà mi ha portato a riflettere sul mio vissuto e sulle profonde motivazioni che mi spingono ogni giorno a lavorare per il raggiungimento dei miei obiettivi.
“Perché proprio neurochirurgia?”
La verità è che non ho iniziato l’università con un’idea precisa di ciò che mi sarebbe piaciuto fare. Ho scelto neurochirurgia dopo aver sostenuto gli esami di anatomia e fisiologia, preferendo “il cervello” ad altri organi (senza nulla togliere al fascino che su di me esercitano), forse per la sua complessità o perché mi piace comprendere a fondo i meccanismi che stanno alla base del comportamento umano ed il modo in cui questi vengono compromessi nel momento in cui si riscontra un certo problema.
Il motivo per cui sono interessato all’aspetto neuro-oncologico vede soprattutto combaciare il mio interesse per la neurochirurgia con quello per l’anatomia patologica unendoli all’empatia per la persona che si trova a dover affrontare in primo luogo una situazione difficile di questo tipo. Per come sono fatto, ritengo che il supporto psicologico sia una parte fondamentale del percorso terapeutico di una persona che si trova (molto spesso sola) ad affrontare un tumore cerebrale.
Credo che a nessuno piacerebbe trovarsi da solo in una situazione difficile, indipendente da quale essa sia, e l’idea che una persona si chiuda in sé stessa spaventata o forse rassegnata (probabilmente a causa di ciò che è stato letto su Internet) mi fa rabbrividire.
Il mio obiettivo quando sarò medico sarà quello di dialogare, confortare e stare vicino a coloro che si troveranno in queste situazioni.
[Ci permettiamo di aggiungere che Giovanni è anche un atleta di ottimo livello del Nuoto Master Brescia. Coltiva questa passione e promuove l’importanza dell’attività fisica per tutti, anche in caso di malattia neurologica. Come noto lo sport può aiutare il recupero cognitivo-motorio dei pazienti, esercitando un’azione terapeutica sulla mente, oltre che sul fisico, n.d.r.]