Atelier Spazio Arte presenta oggi ai lettori di Ombre Svelate pensieri e colori di Simonetta Fantoni e Gianpietro Del Bono
Al cospetto di un quadro importante ci si sente disarmati, trascinati e partecipi di un mondo nuovo, una visione diversa della narrazione quotidiana. Si entra in un racconto di immagini, forme, proiezioni.
Oggi sono entrata nello studio di Architettura di Gianpietro Del Bono ed ho attraversato il Tempo, dal classico tecnigrafo alla stampante 3D (“gli architetti hanno il potere di modificare il pianeta, non so se in meglio o in peggio”). Lui, il quadro, appare tridimensionale.
Mi accoglie in una natura inquieta, scura e al contempo vivace, steli spinosi e foglie geometriche. Proseguo nella visione di due corpi inchinati con la schiena bucata da ali mancanti, in aggressione o in preghiera verso una figura della stessa materia che, nell’incompletezza del volto, suggerisce un distacco dal lato oscuro de quadro per inoltrarsi nel cielo dove tre ragazze identiche godono la serenità di un arcobaleno.
Il quadro, volutamente opaco, è stato realizzato su un materiale grezzo, quasi una sfida dell’Artista mi verrebbe da pensare vista la perfezione delle sue pennellate, per Gianpietro è una ricerca continua personale di linguaggio. Anche i suoi colori sono una ricerca continua dal momento in cui, accortosi del proprio talento, lotta contro una forma di discromatopsia elaborando quotidianamente gamme di colori. Gli ostacoli non sono un impedimento alla genialità.
Tornerò a parlare del mio maestro su queste pagine in futuro, e di altre opere… Ora vi lascio alle immagini e ad una poesia.
Simonetta Fantoni
Parlammo dei colori che non vedeva
posso immaginare che questa parete sia verde
E quella abbastanza rosa.
Ma la tenda lì fuori?
È rosa, rosa salmone
dissi
sapevo che il rosa salmone è più aranciato
avrei dovuto dire
è rosa tenda
ma, come lui dipingeva il mondo
senza vedere i colori
io coloravo le parole.