A volte un abbraccio è tutto ciò che serve

Nel mese di gennaio si è celebrata la Giornata Mondiale dell’abbraccio: il 21 Gennaio ricorre infatti il “National Hugging Day”, istituito nel 1986 negli Stati Uniti per donare un po’ di sollievo al momento di rigidità riferito alle temperature ambientali e alla vita emozionale per la fine della gioia legata alle festività natalizie. 

L’abbraccio tocca corpo e mente

Esprime un senso di protezione e di accudimento, ci riporta all’infanzia e al primo contatto con la mamma; l’abbraccio trasmette vicinanza affettiva, condivisione di emozioni, accoglienza, fiducia nell’altro ed empatia. Senza dover usare le parole, con l’abbraccio si possono comunicare vissuti emotivi spesso molto più intensi e profondi.

Il tatto funziona in due modi: esiste il tocco rapido, che ci permette di renderci velocemente conto del contatto (come accade quando ci bruciamo o come quando ci punge una zanzara), e il tatto lento, possibile grazie ad un gruppo di nervi che vengono stimolati da carezze e abbracci. 

Sulla nostra pelle abbiamo dei recettori della pressione, noti come corpuscoli di Pacini, che rispondono principalmente alla pressione profonda. Questi recettori inviano immediatamente segnali al sistema nervoso e a quel punto iniziamo a sentirci bene perché vengono rilasciati una serie di ormoni che hanno un ruolo chiave su molteplici funzioni del corpo. 

L’ossitocina, noto anche come “ormone della felicità”, viene prodotto dall’ipotalamo e secreto dalla neuroipofisi e ha effetti benefici sulla salute:

– aumenta i comportamenti pro-sociali come altruismo, generosità ed empatia;

– ci porta ad essere più propensi a fidarci degli altri.

Quando il nostro organismo rilascia ossitocina rallenta il battito cardiaco e diminuisce la pressione sanguigna.

Secondo uno studio del 2015 l’ossitocina diminuisce il rischio di infezioni e malattie legate ad un sistema immunitario debole poiché favorisce un incremento degli anticorpi che aiutano a combattere virus e batteri.

È inoltre dimostrato che dormire abbracciati al nostro partner proteggerebbe anche dal raffreddore comune.

È noto come ansia e stress abbiano effetti negativi sul nostro organismo; l’abbraccio, provocando rilassamento, può essere considerato un fattore protettivo. Questo avviene anche grazie al fatto che gli abbracci riducono la produzione di cortisolo, l’“ormone dello stress” normalmente prodotto dall’organismo in risposta ad eventi stressanti, quali ad esempio un intervento chirurgico o situazioni particolarmente preoccupanti per le quali potremmo incorrere in un sonno disturbato, ansia e scarso controllo della pressione arteriosa. L’abbraccio può fungere quindi come una vera e propria terapia, con effetti addirittura analgesici, in grado di ridurre anche il mal di testa, avendo un effetto simile a quello della morfina e dell’oppio.

Viene inoltre stimolato il rilascio di serotonina e dopamina, entrambi neurotrasmettitori che funzionano come messaggeri tra le cellule del cervello. 

La serotoninaormone del buonumore” stabilizza l’umore, porta a sentirci felici, gioiosi e sicuri di sé e aiuta a prevenire il rischio di andare incontro a stati depressivi; l’aumento della disponibilità cerebrale di serotonina riduce l’ansia, l’aggressività e funge da precursore della melatonina, ormone regolatore del ritmo sonno-veglia. 

La dopamina è responsabile della sensazione di appagamento e gratificazione ed è coinvolta nella promozione e stabilizzazione delle abitudini e nel determinare motivazione all’azione; porta a sensazioni di piacere e fornisce una spinta di felicità basata su una certa azione che saremo portati a ricercare ripetutamente (meccanismo della ricompensa).

L’abbraccio è un vero e proprio toccasana ed è potenzialmente in grado di influire positivamente sul nostro stato di salute psicofisico e sul livello di benessere generale; l’abbraccio crea e rafforza le relazioni e l’intimità, trasmette vicinanza affettiva ed emozioni, spesso meglio delle parole stesse. Il potere della comunicazione non verbale può essere ancora più profondo e ricco a maggior ragione quando il bisogno di calore e protezione potrebbero derivare da una situazione di malattia. 

 

Elena & Lorena

 

Riferimenti Bibliografici

Does hugging provide stress-buffering social support? A study of susceptibility to upper respiratory infection and illness – Psychol Sci. 2015 Feb; 26(2): 135–147.

More frequent partner hugs and higher oxytocin levels are linked to lower blood pressure and heart rate in premenopausal women – Biol Psychol.2005 Apr;69 (1):5-21.

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