In Copertina: Storia di Sirene (Tecnica mista acquarello, grafite e digitale) di Paola Pezzotta

Nella continua battaglia alla pandemia compare sul palco dell’Ariston Alessia Bonari, una splendida ragazza in rappresentanza del personale impegnato nella lotta al COVID. Elegante riconoscimento per i sanitari o semplice strumentalizzazione della bellezza per fini commerciali? Riconoscimento per la sua professionalità o per la sua immagine? La risposta non è scontata. E soprattutto in una giornata come quella odierna caratterizzata dalla commemorazione di tutte le battaglie fatte per i diritti delle donne e per il superamento di tanti stereotipi, questo episodio come si colloca?

La corporeità e la percezione della propria immagine incidono profondamente sul nostro modo di essere e di affrontare la società. In particolare, una distorsione fisica causata da una malattia può togliere certezze all’individuo, condizionandone rapporti sociali, produttività e senso di appagamento per la propria vita. La preservazione dell’immagine è requisito essenziale in ambito medico e non può essere derubricata ad aspetto secondario dell’esistenza. L’importanza dell’immagine corporea trova, però, diretta conseguenza nella valorizzazione della bellezza, rischiando di prevaricare gli altri aspetti della vita.

Molte donne restano vittime della loro stessa bellezza, sia perché diventa catalizzatrice di molestie, ma spesso perché diventa una maschera in cui restano intrappolate, pregiudicando le dinamiche sociali.

Oggi la bellezza è strumento di successo ed affermazione sociale, ma al tempo stesso può risultare deleteria in soggetti fragili, portando in casi estremi allo sviluppo di disturbi psichiatrici. L’accettazione del proprio corpo diventa sempre più difficile in un contesto in cui si tende a valorizzare prevalentemente gli aspetti fisici a discapito di tutte le altre virtù. Sono troppi gli adolescenti che fanno i conti con la difficoltà ad accettare il proprio aspetto, arrivando a soffrire di disturbi dell’alimentazione.

L’aspetto esteriore risulta oggi elemento cardine per qualsiasi attività in ogni settore, compreso quello della sanità. Ingenti investimenti spesso vengono impiegati per migliorare l’aspetto esterno delle strutture sanitarie, a discapito del personale e della qualità della strumentazione. L’appeal di un ospedale oggi appare dipendente dal suo “ingresso” e dalla “reception”, piuttosto che dai professionisti che in esso operano. La pubblicità e l’apparenza oggi rappresentano sicuramente chiavi di lettura importanti per “pesare” la qualità di un servizio, sebbene non sempre esista una correlazione diretta con quanto realmente offerto.

Può risultare scontato sottolineare l’importanza del “contenuto” rispetto al “contenitore”. Ritornando alla nostra “sirena sanremese” è sicuramente paradossale criticarne la presenza per la sua bellezza. I capolavori dell’arte sono stati concepiti per essere ammirati e non per generare critiche ed invidia negli astanti. Tuttavia, l’ossessiva strumentalizzazione della fisicità e dell’apparenza sta progressivamente affievolendo il peso specifico dei contenuti, con significative ricadute sulla qualità della nostra esistenza.

La ricerca della bellezza è intrinseca alla nostra indole; seguirne le tracce è caratteristica biologicamente determinata. Il potere “seduttivo” della fisicità spesso trascende la nostra volontà, ma rischia di cagionare profonde illusioni. Riuscire a coltivare il senso della bellezza prescindendo dall’aspetto esteriore è compito arduo, ma fondamentale per generare consapevolezza e piacere di lunga durata.

L’augurio per tutti, ma in questo giorno soprattutto per le donne, è che la bellezza fisica diventi una delle tante caratteristiche del singolo individuo e che ad emergere siano le persone nella loro interezza, senza che l’aspetto esteriore possa prendere il sopravvento e soprattutto senza che il proprio corpo, piacevole o meno che sia, diventi una prigione in cui restare intrappolati.

 
Editoriale del VI numero di Ombre Svelate realizzato per la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna.
Ombre Svelate ringrazia Paola Pezzotta e l’Atelier Spazio Arte per l’opera in copertina.
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