Una delle prassi più diffuse nella pastorizia tradizionale è la transumanza, vale a dire lo spostamento periodico delle greggi e del bestiame dai pascoli primaverili-estivi in quota a quelli autunnali-invernali delle pianure più miti. Di solito, questa tradizionale tecnica pastorale viene adottata per consentire la migrazione delle pecore. Nel nostro viaggio scopriremo perché l’UNESCO ha riconosciuto la transumanza come patrimonio immateriale dell’Umanità.

La transumanza è un’antichissima tradizione di migrazione stagionale del bestiame dai pascoli di montagna a quelli di pianura e viceversa. Una tradizione che unisce tutta l’Italia: da Amatrice nel Lazio, al Molise, dal Trentino, al tavoliere pugliese, coinvolgendo anche Campania, Basilicata, Abruzzo, Umbria, Sardegna e Lombardia. La transumanza si sposta in autunno verso le pianure più calde della Puglia, mentre in primavera raggiunge le montagne più fresche di Abruzzo e Molise, che offrono pascoli verdi e abbondanti. L’obiettivo è sempre quello di offrire agli animali un’adeguata nutrizione, quindi, rincorrere sempre la stagione più fresca per avere il latte migliore. I pastori che praticano la transumanza non fanno altro che assecondare il naturale ciclo vitale dell’animale.

Il “tratturo” caratterizza in modo inequivocabile il rito della transumanza; consiste nella strada percorsa dai pastori e dai propri animali per spostarsi e raggiungere stagionalmente due regioni geografiche e climatiche diverse. I tratturi sono dei sentieri non asfaltati di campagna, che si sono formati a seguito del passaggio dell’uomo e per il continuo calpestio degli armenti; il tracciato viario può raggiungere una larghezza di 111 metri.

Ed ora chiudiamo per un attimo gli occhi ed immergiamoci nel meraviglioso intrecciarsi degli oltre 3000 Km di queste vie armentizie… percorriamo insieme le vie erbose di Abruzzo, Molise ed Umbria e raggiungiamo col pensiero Basilicata, Campania e Puglia. Spostiamoci verso sud, in autunno, dove troviamo un’antica istituzione aragonese, la Regia Dogana delle pecore di Puglia… trascorso l’inverno, ci spostiamo nei pascoli dell’Appennino centrale, dove la pastorizia è regolata da un’altra istituzione aragonese, la Doganella d’Abruzzo.

I tratturi molisani conservano gelosamente la loro storia; si snodano per centinaia di chilometri e raggiungono oltre 80 comuni. Lungo i sentieri della transumanza troviamo le stazioni di posta, dove si organizzavano le soste, chiese rurali, icone sacre, pietre di confine o indicatrici del tracciato.

Raggiungiamo il patrimonio storico-architettonico di Campobasso, nel cuore del Molise, con il Castello Monforte sulla sommità del suo colle medievale ed il quartiere ottocentesco; esploriamo il patrimonio di chiese e fontane di Ripabottoni, i palazzi baronali di Rotello e l’eredità romana di Larino. In questo lungo viaggio culturale le serate gastronomiche si arricchiscono di piatti tipici della tradizione molisana, dal caciocavallo alla manteca, passando per soppressata, ventricina, capicollo e ventresca arrotolata, il tutto profumato dal bianco Moscato e dal rosso Tintilla.

Un’escursione lungo le antiche vie delle greggi ci permette di scoprire antiche strade romane lastricate in pietra, rinfoltite per collegare i centri urbani dell’Impero. Percorrendo il “Tratturo Moderno”, costruito dagli Aragonesi nel XV è possibile andare alla scoperta del Parco Regionale dei Tratturi. Il viaggio senza sosta fra i tratturi molisani ci permette di immergerci dal Parco Nazionale del Gargano a quello di Abruzzo, dove è ancora possibile ritrovare ritmi, suoni ed atmosfere del tempo passato. Ancora oggi il percorso storico Frosolone (CB) – San Marco in Lamis (FG) rappresenta la storica direttrice della transumanza guidata dalla famiglia Colantuono, che difende da fine ‘800, da oltre 5 generazioni, la tradizione della transumanza molisana.

Un viaggio di storia, cultura e tradizioni che trova l’11 dicembre 2019 la sua consacrazione con il riconoscimento dell’UNESCO, che si è espresso sulla Transumanza proclamandola patrimonio immateriale dell’umanità. L’Unesco ha affermato che la pratica della transumanza è un esempio di approccio sostenibile, rispettoso del benessere animale e dei ritmi biologici stagionali, che ha contribuito a modellare il paesaggio naturalistico italiano.

 

Fonte foto di copertina: www.tuttogreen.it

Al termine di questo viaggio non possiamo che ringraziare Livia Garofalo, la nostra meravigliosa guida turistica e Press Molise Lazio, che ci ha fatto sognare con il suo viaggio in territori che profumano di storia, cultura e tradizione.

Grazie!!!

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