Ombre Svelate è lieta di dare il benvenuto a Valerio Cascelli. I Lettori avranno il piacere di leggere il Pensiero di una Penna prestigiosa, che ringraziamo sentitamente per il tempo che ci ha dedicato.

Sono stato invitato a scrivere un contributo per Ombre Svelate. Non essendo medico mi presento e spiego in qualità di cosa scrivo; ho un percorso professionale che mi ha spesso portato a scrivere di disparati argomenti, intorno alla fine degli anni ’70 ho fatto parte della redazione giornalistica di una radio privata torinese ed in virtù delle relativamente scarse risorse si coprivano tutti gli aspetti redazionali dalla politica allo spettacolo, successivamente come coordinatore e responsabile di una comunità alloggio per adolescenti femmine mi sono spesso impegnato a scrivere relazioni per il Tribunale Minori per i Servizi Sociali e per la Cooperativa di cui ero parte.

Vedendo le caratteristiche della rivista i miei pensieri sono andati immediatamente agli enormi progressi tecnologici che la medicina ha sviluppato negli ultimi decenni.

Macchine diagnostiche impensabili anche solo pochi anni fa, ambiti di indagini approfondite, specifiche inimmaginabili, possibilità di individuare malattie fino a poco tempo fa invisibili e conseguentemente incurabili o riconosciute come “altro”; anche la chirurgia ha visto sviluppi incredibili fino a pochi anni fa sino ad arrivare alla possibilità di interventi a distanza con l’uso di internet ed a livelli di precisione eccezionali. Molte patologie definite incurabili sono oggi individuate e curate come si è visto in questi anni di pandemia si è giunti a produrre vaccini e cure in tempi record.

Non essendo personalmente nel campo medico mi esimo dall’andare oltre su questi argomenti per andare su un campo più divulgativo e leggero e sottolineare alcune criticità che si sono evidenziate maggiormente in questi anni.

Siamo di fronte ad una mutazione genetica del genere Umano? E  se non genetica culturale? Partendo dalla nascita di Internet abbiamo visto nell’arco di un tempo breve i bambini manipolare con sicurezza e capacità, tecnologie nuovissime e navigare nel mondo virtuale con perizia e precisione. Certo è già successo con la nascita della stampa e delle comunicazioni telefoniche, con l’automazione di ampi settori del lavoro, con l’evolversi dei trasporti ma mai come oggi la velocità dei cambiamenti ed il concetto stesso di velocità hanno acquisito una tale centralità.

Il mondo virtuale non permette rallentamenti, la velocità dei cambiamenti è tale che una grossa fetta di umanità  è esclusa dalla gestione del proprio futuro. Ogni giorno nuove “App” (applicazioni  per cellulari e P.C.) sostituiscono la materialità di parte della nostra esistenza, il mondo virtuale acquista una consistenza quasi reale, i tutorial prendono il posto di insegnamenti, esperienza e studi approfonditi.

Il geologo, divulgatore scientifico, ricercatore e saggista Mario Tozzi in una puntata del suo programma “Sapiens” citava l’esito di ricerche sull’uso del nostro cervello; parrebbe che dalla nascita di Internet le capacità intellettive del genere umano si stiano riducendo e non di poco. Gli utenti si fermano alle prime risposte di Google, non approfondiscono con il palese risultato di un appiattimento culturale ed un conformismo dilagante e disarmante. Restano le eccezioni, ma sempre più minoranza. Ora per orientarci abbiamo “Google Map“, le cartine le leggono in pochi e siamo arrivati ad “Alexa, spegni  la luce“.

Finiremo come i Disneyani viaggiatori dello Spazio di “Wall-E”? Ai posteri l’ardua sentenza.

Si ringrazia Valerio Cascelli per l’importante contributo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *