La Pezzata di Capracotta, una ricetta molisana di pecora

La magia della tradizione culinaria nostrana è costantemente minacciata dalla cultura moderna che impone una frenetica “globalizzazione del gusto” a discapito della nostra salute. Ma esiste ancora un luogo dove le nobili memorie del Paese incontrano l’immensa civiltà dei sui abitanti, immerso nella splendida cornice appenninica, sospeso tra le Montagne dell’Alto Molise ed il Tavoliere delle Puglie. Un luogo in cui quella magia appare ancora una splendida realtà,

dove il vano ricorso all’omogeneizzazione del gusto lascia il posto ad una costante riscoperta del tempo perduto.

Per trovarlo dobbiamo percorrere buona parte del nostro Stivale, ma per poi trovare ristoro nell’incantevole scrigno di Capracotta, perla culinaria della provincia di Isernia.

Il nostro viaggio ci conduce alla scoperta della Pezzata, un sapore antico della tradizione pastorale molisana. La Pezzata non è semplicemente una gustosa pietanza a base di carne di pecora, ma semplicemente il simbolo della cultura agropastorale italiana, che vede nella transumanza il Suo tratto distintivo.

Ombre Svelate vi ha già parlato di transumanza. Ricorderete i grandi spostamenti del bestiame secondo i dettami imposti dalle stagioni in un’epica lotta per la sopravvivenza combattuta dall’alleanza fra Uomini e Animali.

In un contesto tanto difficile è necessario immergersi completamente nella cultura molisana per comprendere il senso della Pezzata Molisana e poterla apprezzare appieno.

Il percorso attraversato dal bestiame, oltre che estremamente lungo ed impervio poteva nascondere delle trappole inattese. Lungo l’argine di un fiume, durante le fasi di guado, nelle vicinanze di un dirupo o semplicemente sul terreno accidentato poteva capitare che qualche animale andasse incontro a fratture degli arti incompatibili con la prosecuzione del cammino in corso di transumanza. La preservazione del bestiame doveva necessariamente passare attraverso il sacrificio dell’animale, scelta obbligata per non interrompere la marcia. L’animale veniva quindi “depezzato” e cucinato con le poche cose di cui poteva disporre una carovana in viaggio.

L’apparente semplicità di preparazione, basata sulla bollitura della pecora con erbe aromatiche, diviene tratto distintivo della Pezzata. Nata come semplice necessità per i pastori durante la transumanza, la Pezzata è diventata oggi motivo di orgoglio, vanto e tradizione nella cultura culinaria molisana. Basti pensare che la preparazione della Pezzata richiede paioli pieni d’acqua e pochi semplici ingredienti, come patate, pomodori, verdure ed aromi, che abilmente dosati da mani esperte riescono a trasformare un piatto d’emergenza in un’autentica prelibatezza.

L’antica ricetta dei pastori molisani si è andata consolidando nel corso degli anni nel rinomato centro montano di Capracotta. Per riscoprirne l’essenza è possibile visitare il borgo nel mese di agosto: la splendida cornice del pianoro di Prato Gentile diviene teatro di una manifestazione culinaria in grado di richiamare l’attenzione di migliaia di persone provenienti da ogni regione d’Italia ed anche dall’estero. La Sagra della Pecora Bollita e dell’Agnello alla brace racchiude il senso profondo di una tradizione che si rinnova, vive nel tempo ed è sempre in grado di sorprendere chi ha l’opportunità di prender parte all’evento.

La manifestazione molisana di Capracotta è un inno alla tradizione agropastorale italiana, al ritorno alle nostre origini ed al gusto semplice e genuino della nostra terra. Una festa popolare che si celebra con forchette di legno, ciotole e bicchieri di terracotta. Un momento per riabbracciare i nostri valori e ricordarci il pacere di star bene insieme, uniti dalle cose semplici e l’amore verso il nostro territorio.

Livia Garofalo – Press Molise Lazio

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