L’Italia è un paese ricco di tradizioni, cultura, storia ed arte, ma solo in un una Regione queste hanno trovato terreno fertile ed incontaminato per diventare veri e propri tesori: stiamo parlando del Molise. Lo sconfinato patrimonio artistico molisano è ricco di infinite bellezze da scoprire; spesso trascurata e vista come terra di “passaggio”, la Regione si presenta come uno scrigno di tradizioni antiche e tesori naturali. Un tuffo culturale, naturalistico ed enogastronomico in Molise ci permette di rivivere la bellezza di un tempo, erta su solide radici ed in grado di offrire l’impareggiabile emozione della lavorazione artigianale.

Il Molise si presenta come un prezioso insieme di numerosi borghi medioevali; oggi voglio portarvi nel piccolo comune di Agnone in provincia di Isernia, borgo famoso per la costruzione delle campane. Una tra le più rinomate tradizioni artigianali molisane è la Pontificia Fonderia Marinelli, che vede il suo nome indissolubilmente legato alla vita, allo sviluppo ed all’economia di Agnone. Da oltre mille anni, infatti, i campanari di Agnone tramandano di generazione in generazione l’arte della fusione delle campane; la tradizione millenaria costituisce le fondamenta della più celebre fonderia del mondo per la fabbricazione delle campane. Trovarsi immersi in un tessuto storico di così grande rilievo ci consente di compenetrare il passato con il desiderio di riviverlo nel presente.

Il Comune di Agnone

La forma svelta ed elegante delle campane di Agnone presenta un suono limpido, dolce e squillante, frutto della sana e diligente fusione di un bronzo di altissima qualità, formato esclusivamente da rame e stagno puro. La secolare esperienza agnonese ha permesso di tramandare le tecniche per raffigurare iscrizioni ed immagini attraverso l’elaborazione di eleganti fregi ed artistici bassorilievi.

Adesso addentriamoci in fonderia e cerchiamo insieme di capire cosa rende le campane di Agnone così uniche, inimitabili ed insuperabili. Il primo tassello del puzzle che ci porterà alla comprensione di questo fenomeno è insito nella secolare tecnica artigianale molisana, che prevede il perfetto connubio di fasi distinte, ma perfettamente in simbiosi fra di loro.

Fratelli Marinelli, proprietari dell’omonima fonderia

Si inizia dalla creazione di una struttura in mattoni, che corrisponde esattamente all’interno della campana; su tale struttura vengono modellati diversi strati di argilla, che diventano a loro volta elegante substrato per l’applicazione in cera di fregi, iscrizioni, stemmi e figure decorative.

La campana continua a prendere forma con la preparazione del mantello, creato dalla sovrapposizione, a pennello, di ulteriori strati di argilla. I carboni accesi all’interno dell’anima di mattoni promuovono contestualmente il naturale processo di essiccazione dell’argilla e di scioglimento della cera. Una fase lunga e delicata che rappresenta, però, solo una minima parte dell’intero processo di produzione delle campane.

Il ciclo di lavorazione, infatti, può durare fino ad oltre 3 mesi di cui formatura, calata nelle fosse e colatura del bronzo rappresentano momenti rilevanti della tradizione agnonese. Raffreddamento, lucidatura e collaudo del suono completano, quindi, questo lungo viaggio che ci ha condotti alla scoperta di questo tesoro dall’inestimabile valore.

La Campana Marinelli in onore di Papa Giovanni Paolo II

Se, miei cari lettori, fra queste righe pensate di trovare solo spazio dedicato a tradizioni e forme d’arte di un tempo perduto, permettetemi di dirvi che state sbagliando… la Fonderia Marinelli non ha chiuso i battenti alla tecnologia e con grande coraggio ha rivoluzionato l’arte millenaria dell’ideazione campanara con la realizzazione di impianti all’avanguardia, in grado di gestire decine di campane e consentendo la produzione di oltre 1000 suonate.

La bellezza e l’importanza del lavoro artigianale hanno da sempre meritato l’attenzione Pontificia; infatti, dal 1924 l’antica fonderia di campane Marinelli possiede il diritto e l’onere conferitole da Pio XI di avvalersi dello stemma papale per realizzare le sue eccezionali creature.

Per capire la grandiosità degli artisti molisani è sufficiente pensare alle grandi campane celebrative realizzate per i Giubilei. Giovanni Paolo II il 1° gennaio del 2000 aprì l’Anno Santo in Piazza San Pietro con i rintocchi di una campana agnonese, oggi conservata nei Giardini Vaticani.

Museo di Agnone – Foto di Marina Greco

Il Pontefice aveva già avuto modo di avvicinarsi alla tradizione molisana 5 anni prima; infatti, nel 1995 Agnone ha l’onore di ospitare la profonda meditazione di Giovanni Paolo II sulla grandiosità dell’opera artigiana. Parole di valore universale, ma che ad Agnone risuonano dolci e profonde come il sapore della verità, visto l’Amore per l’opera delle proprie mani e la Passione per il lavoro artigianale che contraddistingue il comune molisano. In memoria del passaggio di Giovanni Paolo II ad Agnone è stato creato un museo nel 1997, accanto alla Pontificia Fonderia, nel quale sono conservati i preziosi documenti che descrivono l’antica arte della fusione del bronzo, oltre ad un ricco patrimonio di campane antiche e recenti, bozzetti, prototipi, riproduzioni e testimonianze storiche. L’ultima campana realizzata per il Giubileo straordinario della misericordia è stata voluta da papa Francesco nel 2016.

Le campane di Agnone sono straordinari capolavori che riflettono la capacità molisana di mantenere acceso il fuoco di un’inossidabile tradizione, nonostante le difficoltà e gli ostacoli imposti dalla cultura moderna.

Il mio viaggio si conclude qui… spero di essere riuscita, almeno per un attimo, a farvi sognare la mia terra ed a farvi innamorare delle mie tradizioni… al prossimo viaggio insieme!!!

Ombre Svelate ringrazia Livia Garofalo per questa nuova avventura ed invita i lettori a seguirla anche su Press Molise Lazio. Alla prossima!!!

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