Nella nostra società siamo abituati a considerare l’allenamento, il coaching, come un’attività prevalentemente fisica destinata esclusivamente allo sport. In rari casi si sente parlare di allenamento mentale, ad esempio in occasione di eventi sportivi di grande importanza o come strumento utilizzato da squadre professionistiche di calcio, ed ancor più di rado si affronta il tema del mental coaching nella quotidianità, nel lavoro e come tecnica di ricondizionamento dopo una malattia.
Il coaching è una metodologia di sviluppo individuale che può trovare applicazione in molti ambiti della vita. In ambito sanitario il coaching può stimolare il recupero di funzioni e potenzialità represse in caso di malattia. L’obiettivo è permettere al paziente di riprendere a coltivare i propri sogni, senza i “pensieri parassiti” generati dalla sofferenza.
Per spiegare le tecniche di allenamento mentale, il Mental Coach Emiliano Caprioli in questo articolo ci presenta la sua esperienza nel ricondizionamento all’agonismo di un atleta oncologico.
Emiliano Caprioli in occasione di un evento AIRNO

Veronica [nome di fantasia, n.d.r.] è un’atleta dilettante di uno sport di squadra. A 26 anni scopre di avere un tumore ed è costretta ad abbandonare la sua passione più grande per affrontare tutte le terapie necessarie per la malattia. Dopo molti mesi Veronica viene considerata clinicamente guarita ed appare potenzialmente in grado di “rimettersi in gioco” anche in ambito sportivo.

Prima di iniziare il lungo percorso oncologico Veronica era una ragazza estremamente sicura di sé, propositiva ed audace. A dispetto di un recupero clinico ottimale, Veronica manifesta ora una forte diminuzione dell’autostima e una diffusa insicurezza, che la portano a rimanere molto tempo a casa, lontana dalle sue passioni e dal suo sport. La ragazza non sembra avere la forza di riprendersi la sua precedente vita, soprattutto in ambito agonistico; decide quindi di intraprendere un percorso di coaching per provare a tornare alle competizioni.

Veronica al primo incontro con Emiliano si dimostra aperta e collaborativa; descrive dettagliatamente la sua esperienza oncologica e la sua attuale situazione, in particolare il suo stato emotivo, il disagio e le insicurezze. Dall’incontro traspare chiaramente la frustrazione per non riuscire a fare quello che faceva prima, ma soprattutto una generale sfiducia che le impedisce di rimettersi in gioco.

Emiliano al secondo incontro somministra a Veronica un questionario per analizzarne le potenzialità e capire quali possano essere gli aspetti più rilevanti della sua personalità su cui poter lavorare. Dall’analisi del questionario emergono tre virtù: audacia, curiosità e spiritualità. L’audacia risulta essere particolarmente repressa e fonte di grande sofferenza per Veronica; il dolore che ne deriva risulta essere personalizzato, pervasivo e permanente.

Nel terzo incontro Emiliano concorda con Veronica un piano di lavoro focalizzato sulle sue potenzialità con questi obiettivi:

  • riprendere la preparazione atletica, iniziando il percorso a casa;
  • riattivare la tensione all’autorealizzazione, mediante la ripresa dei sogni e delle ambizioni;
  • stimolare la tendenza all’autosviluppo ed alla proattività, tramite la visualizzazione delle attuali problematiche con le relative reazioni di superamento;
  • riottenere una vita sociale attiva, riprendendo a frequentare le sue amicizie.

Nel quarto e nel quinto incontro Veronica lavora a casa sulla preparazione atletica facendo leva sulla sua curiosità, supportata dalla sua spiritualità. La ragazza fa una ricerca fra le Arti Orientali per trovare una tecnica di rilassamento e meditazione per lei congeniali, che inizia ad adottare.

Nei successivi tre incontri Emiliano propone e verifica l’attuazione di piani d’azione orientati ad obiettivi a breve termine e finalizzati al raggiungimento delle aspettative di Veronica, ovvero tornare a giocare una partita “vera”. Ogni piano d’azione è fondato su obiettivi SMART (Specifici, Misurabili, Attendibili, Realistici, Timelined).

Nel nono e nel decimo incontro Veronica riprende con fiducia gli allenamenti di gruppo e trova la forza per affrontarli, senza le insicurezze che la attanagliavano all’inizio del percorso di coaching. La partita è ancora lontana, ma non viene più vista come pura utopia e le difficoltà non si presentano più come ostacoli invalicabili…

Dopo 6 mesi di allenamento “sul campo” Veronica torna alle competizioni con ritrovato entusiasmo e sicurezza nei suoi mezzi… ed a noi non resta che fare il tifo per Lei!!!

 

Ombre Svelate ringrazia Emiliano per il suo importante contributo e ricorda che AIRNO sostiene un progetto destinato al recupero di sportivi colpiti da neoplasie cerebrali e spinali.

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