Eccoci a Febbraio, ultimo mese dell’inverno boreale, il mese della primula, la bocca di leone e quel fiorellino bianco nei campi, tra le fioriture più comuni. Febbraio ospita nel suo calendario la festa degli innamorati, il 14 è consuetudine scambiarsi regali tra coppie e credo, oltre al giro economico e alla regola, sia una ricorrenza importante se si vuole celebrare l’innamoramento, non solo verso una persona, ma ad una idea, un progetto, una passione. Un atto dovuto alla vita.
L’Atelier Spazio Arte vede in Febbraio due ricorrenze importantissime: il 4 febbraio del 2017 inizia la sua storia di corsi, eventi culturali e collaborazioni; il 14 febbraio del 2020, nella splendida cornice di Villa Fenaroli, contribuisce al grande progetto di AIRNO con letture e immagini nell’evento Quando il Cervello si Innamora: Un Viaggio tra Scienza, Poesia, Musica e Ballo.
Poi ci sono stati i lunghi mesi sospesi per l’imprevisto che ha scombussolato l’intera umanità. Chi ama comunque non si arrende e dalla sofferenza, paura e distanza trova la via per iniziare una nuova pagina della sua missione. AIRNO non si è fermata, l’Atelier non si è fermato e ognuno di noi non si deve fermare perché siamo una meravigliosa ed unica opera d’Arte.
Ho scelto per questa occasione gli acquarelli di Elena Bonassi, delicati ed energici come lei, per accompagnare due mie poesie ed una di Pedro Salinas da “La voce a te dovuta“, un libro che non dovrebbe mancare su ogni comodino, che si ami oppure no.
Buona lettura!
La rosa (Tratto da Dove vanno le parole di Simonetta Fantoni)
Sono la tua rosa, fuori stagione
sbocciata in un giardino dai viali frettolosi
non colta, durerò giorni e giorni
Allieterò i tuoi occhi amari,
mi passi accanto come una carezza
e porti il mio profumo nei tuoi sogni
al risveglio pensi: “Oggi? Ancora cerca la rugiada
nel velluto dei petali la mia rosa?
Ancora gira lo stelo verso la mia casa
e punge chi la sfiora e non la sa toccare?
Ancora sfida il vento duro
per essere integra nei miei pensieri?”
Ancora duro, nei petali selvatici
e il gambo lungo, ma aspetto le tue forbici
perché il sogno mio è viver poco
e lasciare questa vita nel tuo vaso.
Opera N° XXXIX (Tratto da La voce a te dovuta di Pedro Salinas)
Il modo tuo di amare
è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te,
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.
Simonetta Fantoni, da Dove vanno le parole
Mi faccio piena
straripo dai bordi
non mi si può contenere
nei morsi, nelle parole
tutto si aggiunge.
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Belle!