Editoriale – Ottobre 2020
La pandemia sta mettendo alla prova la nostra civiltà. Le drastiche misure adottate dal Governo appaiono indispensabili per contenere il contagio, ma possono avere importanti ripercussioni sul nostro tessuto sociale. Inoltre, anche il servizio sanitario risulta colpito dall’attuale stato di emergenza, che rischia di condizionare la gestione delle altre patologie, in particolar modo di quelle oncologiche.
Un delicato equilibrio. La nostra Società è cresciuta ed è attualmente sostenuta da un delicato equilibrio fra tutti Noi. Diversi settori ritenuti “superflui” fino allo scorso secolo sono diventati oggi “fondamentali” e vedono impiegati moltissimi professionisti che hanno dedicato a tali attività la loro vita. Questo delicato equilibrio non solo necessita, ma anche contribuisce al benessere della Società in cui viviamo.
La gerarchia del benessere ed il Covid. La pandemia ha annullato le nostre sicurezze ed ha ribaltato le priorità che ciascuno di Noi ha assegnato alla propria vita. Attività ritenute fondamentali fino a pochi mesi fa sono diventate superflue oggi, mortificando i professionisti che hanno contribuito al benessere della nostra civiltà.
La destrutturazione dei rapporti umani. Il Coronavirus ha inoltre ribaltato le nostre esigenze fisiologiche di contatto fisico, rubandoci il piacere della condivisione e della convivenza libera fra individui. Gli strumenti tecnologici mai sostituiranno un abbraccio. Oggi esaltiamo la potenza della tecnologia, ma forse un domani rimpiangeremo di essere stati costretti a perdere la nostra umanità.
La nuova realtà. Sport, cultura, intrattenimento e tutto ciò che prevede un contatto umano oggi viene ritenuto “superfluo“, fruibile esclusivamente attraverso la tecnologia e senza il lavoro di professionisti attualmente tenuti ai margini della Società.
La gerarchia delle malattie. Il Covid ha inoltre incredibilmente ristabilito la “gerarchia” delle priorità in ambito sanitario. Analogamente a quanto sta accadendo ai succitati settori, la Società sta rischiando di dimenticare le malattie oncologiche ed in particolare le esigenze delle famiglie e dei pazienti che soffrono di tali patologie. Stesso destino pare riservato a tante altre persone colpite da malattie croniche o che interessano la mente.
Il nostro impegno. AIRNO intende proseguire con forza e determinazione la propria missione potenziando gli attuali Servizi per i malati neuro-oncologici e senza dimenticare che non deve mai esistere ed essere sostenuta una gerarchia delle malattie.
Non sconfiggeremo il Covid, ma il Covid non avrà mai la meglio sul nostro impegno e sulla nostra fiducia.
Prefazione
Caro Lettore,
grazie per esserti interessato alla nostra newsletter, nata dall’incontro di diverse realtà in ambito neurologico, dalla neuro-oncologia alla psichiatria, passando per ogni aspetto e sfaccettatura del pensiero umano.
Ombre Svelate nasce con l’intento di offrire un ricco ventaglio di argomenti al lettore, supportati da solide fondamenta scientifiche, ma presentati in modo semplice e facilmente fruibile per tutti. Abbiamo inoltre pensato a rubriche dedicate al mondo della cultura, dell’arte e dello sport, oltre che ad uno spazio per raccontare la storia dei protagonisti di questo ambizioso progetto.
Ombre Svelate rappresenta la concretizzazione di uno dei progetti AIRNO, ideato con il supporto di molteplici competenze e che si manifesta reale grazie alla disponibilità di tutti gli autori della newsletter. A tal proposito, in qualità di Presidente AIRNO, ringrazio tutti i miei collaboratori per la dedizione ed il tempo che hanno deciso di investire in questo progetto. Riservo un ringraziamento speciale agli amici dell’Associazione Orme Svelate e di Mens CPZ, in qualità di partner e co-ideatori di questa importante iniziativa.
Sono sicura che Ombre Svelate possa risultare un progetto utile per farci sentire vicini e consapevoli che insieme si va più lontano, sotto tutti i punti di vista. Fabrizia Battagliola – Presidente AIRNO
Una ferita è qualcosa che fa stare male, fa infezione, si espande o si riduce, ma ti permette di vivere e si riesce a tenere a bada. Ma quando avviene un trauma, che si presenta sotto i panni di un lutto, una malattia, la fine di un amore, il lavoro, un litigio o un silenzio, si spezza qualcosa dentro di noi e bisogna chiedere aiuto. Ed è fondamentale che ci sia qualcuno che abbia una mano tesa e che ti indichi una strada da percorrere.
Ombre Svelate vuole essere un appuntamento fisso nella vita di coloro che, durante il loro percorso esistenziale, hanno dovuto rallentare la propria corsa, se non addirittura fermarsi completamente, e si trovano disorientati e disarmati di fronte a problemi che mai avrebbero pensato di dover affrontare.
Le ombre possono diradarsi, ciò che ci è sconosciuto e ci fa paura può essere svelato. Daniele Corbo – Fisico, Neuroscienziato ed attento al disagio psichico. Presidente dell’Associazione Orme Svelate
“Curare a volte, alleviare spesso, confortare sempre.” Pierre Elliot Trudeau
Le attività quotidiane, anche le più semplici, potrebbero risultarvi insormontabili. Io, infermiere, sono qui, insieme percorreremo questa strada!
Vi offriremo idee per recuperare la forza fisica e mentale, consigli per alimentarvi con gusto, stratagemmi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie; vi aiuteremo a riconquistare la vita sociale e a superare i momenti di sconforto.
L’infermiere c’è. Lorena Ceglie, Elena Loda – U.O. Neurochirurgia, Spedali Civili di Brescia
L’Allenamento Mentale nello Sport e nella vita è una Sfida intrigante e piena di sorprese.
Le Emozioni che emergono durante l’Allenamento possono essere sia il nostro punto di Forza che di Debolezza… sta a noi selezionare le prime e bloccare le seconde…
Appuntamento con la Rubrica di Mental Coaching dal prossimo numero di Ombre Svelate!!! Emiliano Caprioli – Presidente ACSI
Ciao Antonio! Ombre Svelate ha pensato a Te per la prima intervista della Rubrica dedicata ai personaggi del mondo della medicina che si interessano di patologie neuro-oncologiche o psichiatriche. Sei Contento?
Ciao Ombre Svelate! Sono molto contento e direi anche onorato di essere il primo intervistato della vostra nuova rubrica.
Parlaci di Te… quanti anni hai? Dove sei nato e dove lavori attualmente?
Sono classe 1982, ormai molto prossimo ai 40 [il che non significa essere sull’orlo del precipizio, n.d.r.]. Nato e “costruito” a Bergamo, grazie all’appoggio della mia famiglia (e a qualche gene zingaro, come dicono alcuni amici) ho cominciato un bellissimo viaggio di studi, crescita ed esperienze che dalla quarta superiore in una piccola città degli stati uniti mi ha portato per qualche città italiana, europea, in Oceania, quindi in Latino America ed infine nuovamente a pochi chilometri da casa, a Brescia, dove attualmente lavoro e vivo.
Cosa di ha spinto ad intraprendere la professione del Medico?
Per quanto mi riguarda non posso certo dire che sia un sogno nato fin da quando fossi piccino. Anzi. In casa si è sempre respirato medicina, papà medico e mamma infermiera. L’ospedale, fortunatamente, per me era solo un luogo dove da piccolo dovevo attendere ore interminabili i miei genitori. Presto imparai che le parole “vado solo a controllare una cosa, tu aspettami qui; 5 minuti e torno”, raramente corrispondevano a realtà. I medici ai miei occhi non erano nulla di speciale, solo adulti che ogni tanto vedevo a cena e che popolavano le storie degli invitati a tavola. Poi, non saprei per quale motivo specifico, un episodio, non diverso da altri già vissuti, ha lasciato un segno particolare.
Eravamo in montagna, un signore, riconoscendolo, si avvicinò a mio padre per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per lui e cominciarono a parlare. Guardando dall’esterno quella scena, cominciai a vedere la professione medica con un occhio diverso. Così, con il passare degli anni, le idee e le aspirazioni piano piano sono cambiate.
Perché hai deciso di specializzarti in Neurochirurgia?
Molti mi definirebbero un “figlio d’arte”. In realtà, la neurochirurgia aveva già indirettamente popolato abbastanza la mia vita e così, giunto all’università, mi interessai ad altre specialità. In fretta capii che una specialità medica non faceva per me e così arrivai all’ultimo anno avendo frequentato urologia, chirurgia generale, plastica e dei trapianti. Mi accorgevo però che, di ogni specialità, la parte microchirurgica era quella che mi piaceva di più. Unito al fatto che, delle materie studiate, la fisiologia del sistema nervoso era senza dubbio quella che più mi aveva affascinato, la scelta fu più o meno naturale.
Ci hai detto che sei un medico che ha girato il mondo per lavoro… In quali realtà ti sei formato?
Terminata la specialità a Verona, per ragioni di cuore nate qualche anno prima durante l’erasmus in Germania, passai alcuni mesi frequentando una clinica in Spagna, quindi 6 mesi a Merauke in Nuova Guinea e due anni in Inghilterra. L’esperienza che però ha lasciato il segno più profondo è stata senza dubbio quella latino americana.
Dopo aver incontrato un professore svizzero che, alla fine della sua carriera, aveva deciso di trasferirsi in Ecuador per creare una scuola di Neurochirurgia, decisi di unirmi al suo progetto. Cosi, senza sapere esattamente cosa mi aspettasse, cominciai un cammino che nei 4 anni successivi mi ha regalato tra le più belle e profonde esperienze professionali e personali della mia vita. Temo che, se cominciassi a parlarne, non finiremmo più l’intervista… Si tratta di un mondo caotico e magico, affascinante e pieno di contraddizioni.
Un viaggiatore tedesco del 1800 ha utilizzato una frase ora molto nota nel paese: “gli ecuadoriani sono esseri rari e unici: dormono sonni tranquilli nel mezzo di vulcani scoppiettanti, vivono poveri in una terra di incomparabile ricchezza e si allietano ballando musiche tristi”. Una terra speciale.
Dove trovi ogni giorno la forza per affrontare le sofferenze dei malati e di trasmettere al tempo stesso speranza e fiducia a pazienti e familiari?
Per quanto mi riguarda, uno dei privilegi di un medico è quello che, attraverso la sofferenza dei malati, ci venga ricordato ogni giorno la fortuna che in fondo abbiamo. Consapevoli di questo, forse è più facile dare il giusto peso ai piccoli problemi della quotidianità che ognuno di noi ha ed avere quindi la forza, la pazienza e il rispetto per ascoltare e provare a confortare pazienti e familiari.
Cosa pensi di AIRNO?
Ritengo che sia un’ottima realtà sul nostro territorio ed una grande unione di persone. Ognuno di noi conosce quali sono i problemi o le cose che andrebbero migliorate nel proprio micromondo, ma pochi sono quelli che si rimboccano le mani, si compromettono in prima persona e si danno da fare. Quindi plaudo la vostra forza di volontà e mi auguro che la vostra associazione continui a far crescere e rafforzare i legami tra medici, ricerca, territorio e pazienti.
Un professionista come te trova anche il tempo per fare… altro? Hai qualche hobby, interesse personale o coltivi qualche passione solo per diletto?
Come dicevo, da buono zingaro, mi piace molto viaggiare e fare tantissimo sport, anche a livello competitivo. Dalla vela alla montagna, passando per l’escursionismo, l’apicultura e l’artigianato etnico, direi che la maggior parte del mio tempo libero è speso in queste attività: sport e viaggi.
Quali sono i Tuoi sogni nel cassetto?
Una volta, leggendo un libro, mi sono imbattuto in una frase che mi ha colpito. L’autore, un noto giornalista, raccontava di come la sua vita fosse stata privilegiata avendo avuto la fortuna di fare un lavoro ed avere una famiglia che gli aveva permesso di girare il mondo e vivere le proprie passioni. Il mio sogno forse è questo, attraverso e con il mio lavoro continuare a conoscere mondi, culture e persone diverse.
Possiamo chiederti di fare a modo Tuo un “in bocca al lupo” ad Ombre Svelate?
Il sistema nervoso e il nostro cervello sono un cosmo estremamente affascinante, ma tuttora in gran parte sconosciuto. Con Ombre Svelate e le storie dei suoi protagonisti vi auguro di poter avvicinare molte persone a questo mondo magico.
Grazie Antonio per il Tuo contributo… a presto!!!
Conosciamo mille mondi
intrisi e paralleli tra essi…
Viviamo nelle strade affollate
da mille voci ormai separate
dai confini di universi
di mille spiagge ormai andate…
Viviamo mille sogni rosa
conquistando la libertà
di vivere senza un età,
pensando d’avere
un cielo tutto nostro…
Siamo fuori dall’avventura
abbandonati dalla noia,
immaginiamo con la fantasia
tutto ciò che vive
Sono un sognatore all’impetuosa ricerca dell’impossibile, dove la purezza delle cose travolge il caos della nostra civiltà ed i valori non siano ascrivibili a mero ricordo dei nostri antenati. Sono inebriato dal desiderio di scoprire una Nuova Realtà, dove immagino un mondo di favole e di principi morali solidi. Fino a quando mi sarà data la possibilità io continuerò a crederci.
Spero che il mio sogno un giorno possa realizzarsi… ma soprattutto spero di aiutare anche solo con un sorriso chi ha bisogno. Davide Di Pilla – Operatore Socio Sanitario, U.O. Neurochirurgia, Spedali Civili di Brescia.
Un tumore cerebrale rappresenta un malattia difficile da affrontare, che richiede sempre grandi sacrifici da parte di tutte le persone coinvolte. Dovere del medico è cercare di ridurre l’impatto della malattia sulla vita delle persone e di evitare per quanto possibile manovre invasive e potenzialmente rischiose per i pazienti.
Attualmente la chirurgia risulta indispensabile per diagnosticare e successivamente trattare i tumori cerebrali. Immaginate ora di poter conoscere le caratteristiche specifiche di una malattia cerebrale con un semplice esame del sangue. Immaginate di poter modulare la terapia sulle caratteristiche di quello specifico tumore e di conoscere come la malattia stia rispondendo alle cure nel corso degli anni. Tutto senza creare ulteriore dolore con accertamenti invasivi per il paziente. Questa è la nuova frontiera della Neuro-Oncologia, e si chiama biopsia liquida.
Parliamone insieme nella prossima newsletter! Luca Zanin – Medico in Formazione Specialistica, U.O. di Neurochirurgia, Spedali Civili di Brescia
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