Editoriale – Giugno 2021

Nel film Forrest Gump il protagonista pronunciava la frase “la vita è come una scatola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita!”. Sebbene appaia strano, anche nella testa di tutti noi è difficile prevedere quali possano essere i circuiti che governano le nostre funzioni.

Anatomia cerebrale e patologia tumorale sicuramente sono simili in tutti i pazienti, ma ognuno ha caratteristiche personali imprevedibili che aumentano di molto il coefficiente di difficoltà dell’operazione e della sua riuscita. Vista l’estrema variabilità fra gli individui sono state sviluppate tecniche di neuroimaging e neurofisiologiche che possono suggerire cosa aspettarsi una volta che la “mente è aperta”.

I gliomi rappresentano il 31% di tutti i tumori cerebrali. La loro principale caratteristica consiste nella capacità infiltrativa attraverso la quale possono alterare le funzioni neurologiche dei pazienti. I recenti avanzamenti tecnologici e scientifici nell’utilizzo della Risonanza Magnetica permettono di conoscere meglio le caratteristiche strutturali e funzionali del cervello in presenza di un glioma, la forma ed estensione del tumore, il suo livello di aggressività e le eventuali conseguenze di una sua rimozione. Diventa quindi possibile pianificare meglio un intervento, valutarne il suo esito ed in seguito scegliere il miglior trattamento in ogni fase dello sviluppo della malattia.

La corretta pianificazione di un intervento chirurgico risulta fondamentale per la sua riuscita e per minimizzare il rischio di deficit neurologici post-operatori. Nel soggetto portatore di un glioma in area critica gli esami di “neuroimaging” permettono di evidenziare quali funzioni cerebrali sono presenti “attorno” o anche “all’interno” del tumore stesso, consentendo di stabilire un “livello di rischio chirurgico”. Questi dati funzionali possono anche essere caricati su particolari sistemi di “navigazione” per essere impiegati durante l’intervento.

Purtroppo non tutte le informazioni possono essere ottenute dagli esami pre-operatori. Lo studio “neurofisiologico” delle funzioni cerebrali durante l’operazione risulta fondamentale per ridurre il rischio di deficit neurologici, ma spesso è necessario lo stato di coscienza del paziente. Nel presente numero di Ombre Svelate si parlerà di interventi per l’asportazione dei gliomi con paziente sveglio e collaborante (awake surgery). La tecnica permette di far eseguire al soggetto compiti intraoperatori (movimento degli arti, parola, sensibilità, memoria, calcolo) che testimoniano l’integrità dell’area in cui il chirurgo sta intervenendo, offre precocemente segnali di compromissione neurologica ed impone al chirurgo di fermarsi se necessario. La tecnica verrà presentata da diversi punti di vista; attraverso i racconti dei sanitari sarà possibile comprendere il significato dell’intervento, mentre le testimonianze dei pazienti nel blog saranno utili per rendersi conto delle difficoltà generate dalla malattia, ma anche per capire come questa possa essere controllata.

L’importanza di un approccio avanzato alla rimozione del tumore è sempre più fondamentale per garantire al paziente un ritorno ad una vita normale. E per permettere ciò la mente deve essere conosciuta prima di essere aperta.

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