Editoriale – Gennaio 2021

Il bisogno di affermazione della propria identità, insito nel DNA dell’uomo, da sempre l’ha condotto verso ogni tipo di percorso mentale, incluse ideazioni distopiche con risonanze suggestive che facevano presa sui gruppi emotivamente più vulnerabili. Un filo sottile unisce la forza dei pensieri che si organizzano su più fronti per schierarsi in modo irrazionale contro il senso comune. Le basi su cui si fondano tali pensieri traggono origine dal desiderio inconscio di rifiuto della realtà e si manifestano come prodotti aberranti dotati di una straordinaria forza di aggregazione e contestuale distruzione. Tale fenomeno si può osservare in qualsiasi ambito della vita e possono risultare estremamente pericolosi per la nostra società. Non di rado, nel corso della storia, tali dinamiche hanno condotto ad immani tragedie.

In questi giorni stiamo osservando il curioso rifiuto da parte di una fazione di elettori repubblicani all’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. L’eco mediatico e la potenza scenica messa in atto trascende la realtà e potenzia l’irrazionale scelta di contestare un risultato democraticamente costituito. Il risultato finale oggi può apparire scontato, ma deve far riflettere il peso ingiustificato che si continua ad attribuire a movimenti privi di un costrutto logico e di obiettivi razionali e potenzialmente condivisibili.

La scelta di alimentare pensieri contrari a qualsiasi logica risulta particolarmente pericolosa in ambito sanitario. La crisi che stiamo attraversando causata dal coronavirus può trovare fine esclusivamente interrompendo la catena di trasmissione della malattia. I danni legati al perpetuarsi dell’infezione possono risultare fatali per la nostra società e la consapevolezza di questa condizione appare sempre più radicata nelle nostre coscienze. Negare le attuali evidenze o alimentare i dubbi sull’efficacia e sui rischi del vaccino appaiono azioni violente rivolte contro i nostri stessi interessi. Atteggiamenti negazionistici risultano irriguardosi nei confronti delle vittime della malattia, che oggi, con la disponibilità del vaccino, si sarebbero potute evitare.

La presenza di pensieri diversi ci caratterizza ed ha consentito lo sviluppo della nostra attuale civiltà. Sicuramente alimentare il dibattito consente una crescita collettiva della società, ma alimentare pensieri irrazionali e negazionistici può determinare gravi danni, in particolare nelle fasce della popolazione più fragili e meno pronte a contestualizzare i messaggi fuorvianti veicolati senza filtri dai media. Per quanto spesso queste forme di pensiero siano incontrovertibili ed ancorate a forme di fragilità psichica, forse una possibile soluzione sarebbe smontare punto per punto in maniera chiara, semplice ed argomentata le distopie che vanno a minare gli equilibri della società. Anche se semplicemente basterebbe il buon senso.

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