Siamo andate al cinema a vedere Top Gun – Maverick.
Ammetto di essermi emozionata fin dall’inizio … la musica, quella del film originario, mi ha rimbalzata indietro nel tempo, fino ai miei 16 anni. Ricordo che eravamo andate al cinema il primo di novembre, con tanto di paternale da parte di mio nonno, perché NO, non si poteva andare a divertirsi il giorno dei “morti” (in realtà dei “Santi”, ma nella mia “non troppo felice” famiglia, quelli potevano essere solo giorni di pianto, come tanti altri).
Già tre anni fa Angela mi aveva proposto il film, di cui già si parlava. Me l’aveva dato come una meta, anche di sopravvivenza. Allora era il periodo dell’ospedale, dell’operazione, dell’istologico, dell’inizio delle cure, non piacevole insomma,
quello in cui sei un numero non preciso, definito da una scadenza triste, quella della malattia.
Essere riuscita a tornare al cinema, a vedere la continuazione di un film che ha contrassegnato la mia adolescenza, mi ha resa felice. Mi ha riportato alla vita di prima (prima del cancro e del Covid), ad una normalità che quasi stavo dimenticando, lontana, coperta da preoccupazioni che spesso accecano.
E ho riscoperto la capacità di provare emozioni e di sentirmi VIVA.
Ritrovarsi nelle proprie passioni, condividerle con le amiche più care … non semplice, perché la stanchezza a volte è tanta. Una leggera brezza in ogni angolo del corpo a riempirlo di gioia e a spegnere tutto ciò che è estraneo e può apparire solo “inferno”.
“Inferno è quando le cose non si compiono. Inferno è ogni seme che non diventa rosa. Inferno è quando la rosa si convince che non profuma. Inferno è un passaggio a livello che si apre su un muro.”