Nella mia testa, come sempre, c’era un altro argomento, cui stavo pensando da almeno una settimana, quasi fosse già scritto nei miei pensieri. Stamattina però, guardando FB al solito orario in cui Olivia, la mia gatta, mi butta giù dal letto perché la “fame” per lei è una malattia più grave del COVID, ho visto sul sito di AIRNO un articolo intitolato “Il Richiamo delle Sirene: Corporeità, Seduzione ed Illusione.

Premetto che San Remo non ha “incoronato” le mie serate della scorsa settimana. Non è nelle mie intenzioni sminuirlo, anzi! Se è uno spettacolo fatto bene, come pare sia stato anche per questa stagione, merita di essere seguito. Quindi non ho visto l’apparizione di Alessia Bonari sul Palco dell’Ariston.

Alessia, che, ovviamente, per pura curiosità ho “stalkerato” su internet, per me resta una delle infermiere che insieme ai medici e a tutto il personale sanitario sta combattendo contro una malattia che definirei da “disaster night” (su un canale televisivo le serate destinate ai film catastrofici sono definite così). Sono tutti da ringraziare all’infinito e non sarebbe ancora sufficiente …

Indubbiamente però il concetto trattato, che ho percepito in termini di “trasformazione” sotto ogni punto di vista, mi ha colpito, perché i cambiamenti anche fisici che, nel mio caso, la malattia ha portato con sé, sono APPARENTEMENTE più devastanti della malattia stessa (per inciso, quando alla malattia non ci penso).

Solo di un aspetto vorrei comunque parlare in questo momento: la perdita dei capelli.

I capelli coronano il viso e, a seconda di come ti ci passi le mani, sanno manifestare le emozioni; ad esempio, “rizzati in piedi” sono la comunicazione dello stress o, se vogliamo, della “disperazione”, ma anche di quell’incomprensione ironica con tanto di gesto del “no” e sorriso compiaciuto che rivolgi a chi ti è caro, quando spara una ridicola cavolata, così fra il “serio e il faceto”.

Ho sempre avuto i capelli dritti, fini, di un colore tendente al castano ramato, a volte “flashati” da qualche colpo di luce leggermente più chiaro; pochi grigi, nonostante l’età. Spesso di media lunghezza. Prima della malattia invece erano corti. In fase di operazione il neurochirurgo è stato attento a radermeli in modo tale che con il resto riuscissi a coprire la ferita. Sono cresciuti alla svelta, ma ricaduti durante la radioterapia nelle zone colpite dal “raggio”, con molta più fatica a ricrescere.  La chemioterapia non l’hanno manco sentita. Mi sono detta “Va’ come sono fortunata!”.

Il passaggio alla chemio-immunoterapia è stato invece più devastante. I capelli hanno cominciato a cadere a ciocche dopo un mese … Inquietante trovarmeli in mano o dovere costantemente passare l’aspirapolvere per raccoglierli dal pavimento (insieme ai peli della gatta in fase di cambiamento del manto da inverno a estate). Ho deciso di radermi completamente! Per me la scelta migliore … Riuscivo anche a curare meglio la dermatite da farmaco che mi aveva colpito tutto il corpo, testa compresa. Mi sono sentita perfino BELLA! Foulard tipo turbante, trucco leggero sugli occhi, orecchini … tutto sommato stavo bene. Sono ricresciuti bianchi, con delle chiazze più scure, grigie, di un’indefinita inconsistenza, quasi capelli da neonato, senza però il profumo del neonato. Li ho rasati nuovamente. Sono cresciuti più scuri, ma crespi … non un bel riccio che comunque riempie il viso … no, no, crespi, come se fossi appena uscita da un cespuglio con le spineORRIBILI! Anche parte delle sopracciglia in quel momento ha deciso di dirmi “addio”, con la mia avversione a passarmici la matita per infoltirle, per paura che, al contrario, si sfoltissero ulteriormente (avevo delle sopracciglia così belline!). Ho rasato nuovamente i capelli!

Non vi nascondo che è un Periodo poco fantastico, in cui spesso non mi riconosco esteriormente, diversa nell’aspetto e stanca di dovere sopportare anche gli altri effetti collaterali della cura che a volte mi limitano nei movimenti e nella parola.  A volte mi deprimo, a volte torno quella “roccia” che gli altri vedono in me, ma che io stento a percepire …

… ma mi soffermo sul fatto che sono quasi due anni che sto combattendo CONTRO QUESTO MALE … FORSE SONO VERAMENTE UNA ROCCIA, di una forza interiore, che affossa la “non bellezza” esteriore.

Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori, e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me e io non ero con te. SANT’AGOSTINO, Confessioni 10.27.38

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