Avrei voluto raccontarvi di mio zio, ma penso che in questo momento sia quasi necessario sottolineare l’importanza delle persone che ci amano e decidono di accompagnarci nel percorso della nostra malattia.

Ho un ricordo molto impresso di mia zia costantemente al fianco di suo marito, nonostante tutte le difficoltà che in quel momento doveva affrontare, lei stessa in cura per uscire da una malattia che l’aveva colpita l’anno precedente.

L’ho vista coraggiosa, determinata, ben oltre la sua convinzione che lo zio si portasse addosso un male dal quale non sarebbe riuscito a venire fuori. Mia zia non è una persona che ama muoversi in macchina, ha sempre qualche timore di sbagliare strada, di incasinarsi. Eppure, per suo marito si muoveva tutte le mattine per l’ospedale, anche in orari di punta, quando il traffico da noi è veramente impossibile. Stava con lui tutto il giorno: discorsi, sguardi, passeggiate in carrozzina, amore, tanto amore a nascondere l’impossibilità di comunicare e di muoversi dello zio.

L’ho vista delusa, arrabbiata, incazzata con i medici, impotente di fronte alla loro difficoltà nel comprendere quale male le stava portando via il marito. A volte aggressiva, se di aggressività possiamo parlare, nel momento in cui l’esasperazione raggiungeva il limite della sopportazione.

L’ho vista difendere lo zio come un leone in battaglia, a fronte di chi, magari per pura stanchezza, si era permesso commenti infelici… e guardare suo marito con una profondità che bypassa la compassione, entrando in un mondo di condivisione e comprensione, che superano le difficoltà reali, ma non colmano il vuoto interiore che l’assenza lascia.

Lo zio è stato ricoverato più di due mesi e lei non l’ha lasciato solo un attimo trascurando qualsiasi propria esigenza, che andasse oltre le necessità. Lacrime nascoste, attimi di speranza alterni a momenti di sconforto, forza, coraggio, smarrimento, delusione… e amore

“L’amore è forse l’unico sguardo che ci è concesso dell’eternità.” (Helen Hayes)

Commenti

  1. Fabrizia (Modifica)

    Grazie….grazie di cuore per la Sua testimonianza…vera, tangibile e condivisa da tanti familiari che si trovano immersi in una battaglia che diventa improvvisamente quotidianità… AIRNO si sente molto vicina a queste amorevoli figure chiamate ad accompagnare, sostenere e soffrire..in silenzio… Il meccanismo che si viene ad instaurare spesso è quello della protezione vicendevole, dal dolore, dalla sofferenza ed è la manifestazione più incredibile dell’ amore… Un abbraccio e grazie…

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